Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani chiarisce la posizione dell’Italia sul riconoscimento dello Stato palestinese: ecco cosa ha detto.
Se da una parte c’è Giuseppe Conte che si scatena contro Giorgia Meloni, nel corso dell’evento di Ancona dedicato agli interventi del governo per le Marche, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto il punto sulla posizione italiana in merito alla questione palestinese. Le sue dichiarazioni pongono l’accento su un approccio concreto alla creazione dello Stato palestinese.

Tajani interviene sul riconoscimento dello Stato Palestina
“Siamo favorevoli al riconoscimento dello Stato palestinese” ha affermato Antonio Tajani, come riportato da Sky News, precisando però che “riconoscere qualcosa che non c’è è velleitario, mentre lavorare per costruire lo Stato palestinese è concreto“. Il ministro ha spiegato che il percorso è già stato avviato, soprattutto attraverso i rapporti con i Paesi del Golfo e l’Egitto, in cui l’Italia ha sempre ribadito la necessità di ricostruire una Palestina oggi divisa tra Cisgiordania e Gaza.
Ha inoltre dichiarato che “siamo pronti a inviare anche i nostri militari per un’eventuale missione delle Nazioni Unite a guida araba, per ricostruire lo Stato palestinese“, segnando così una disponibilità concreta da parte del governo italiano a sostenere il processo di pace e stabilizzazione nella regione.
Nessuna espulsione e sostegno alle proposte arabe
Antonio Tajani ha sottolineato, aggiunge Sky News, con fermezza che “nessuna fuoriuscita di palestinesi da Gaza: devono vivere a casa loro, in un nuovo Stato“. Aggiungendo che “crediamo anche in maniera convinta nelle proposte egiziane, fatte proprie da tutto il mondo arabo, per il futuro di Gaza dopo il cessate il fuoco“.
Il ministro ha ribadito l’impegno dell’Italia: “Da mesi stiamo collaborando con i Paesi del Golfo e con l’Egitto a questo obiettivo“. Ha confermato la partecipazione italiana alla conferenza in Egitto, come già avvenuto per quella precedente sulla ricostruzione di Gaza. Poi, l’appello: “Abbiamo detto al governo israeliano: basta bombardamenti. Diciamo a Hamas: basta usare il popolo palestinese come scudo umano“.
Infine, conclude: “Basta morti, basta vittime innocenti. Basta anche sparare contro i cristiani. Basta aggredire i villaggi cristiani in Cisgiordania. I cristiani presenti in Medio Oriente sono elemento di stabilità, di pace. Cercare di eliminare la presenza cristiana a Gaza o in Cisgiordania è un gravissimo errore“.